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Termini e condizioniSecondo quanto trapelato finora, l’AI companion non sarà né uno smartphone né un paio di occhiali smart, né tantomeno un wearable tradizionale. Altman e Ive hanno dichiarato di voler superare i limiti degli attuali dispositivi, che richiedono ancora input manuali o vocali e costringono l’utente a interagire con uno schermo. L’obiettivo è creare un oggetto che possa “vivere” accanto all’utente, essere consapevole del contesto e delle esigenze della persona, ma senza risultare invasivo o dipendente dalla visualizzazione continua di informazioni.
Il dispositivo, piccolo e portatile, dovrebbe poter essere posizionato su una scrivania o portato in tasca. Secondo alcune fonti, l’AI companion potrebbe diventare il “terzo oggetto fondamentale” della vita digitale, insieme a smartphone e computer, ma con una funzione diversa: quella di assistere, comprendere e anticipare i bisogni dell’utente grazie all’intelligenza artificiale generativa.
Un’esperienza radicalmente nuova
Il progetto, guidato dal team di LoveFrom (la società di design di Ive) e da un gruppo di ingegneri hardware e software provenienti sia da Apple che da OpenAI, punta a offrire un’esperienza d’uso radicalmente diversa da quella attuale. L’AI companion dovrebbe essere in grado di gestire richieste complesse, riassumere informazioni, riconoscere oggetti, organizzare la giornata e persino interagire con altri dispositivi domestici, il tutto in modo naturale e “senza soluzione di continuità”.
Altman e Ive immaginano un prodotto che, come l’iPhone nel 2007, possa segnare una svolta epocale nel modo in cui le persone vivono la tecnologia: meno dipendenza dallo schermo, più attenzione al contesto, maggiore capacità di adattarsi alle abitudini e alle preferenze di ciascuno. L’intelligenza artificiale, in questa visione, diventa un vero e proprio “compagno digitale”, capace di apprendere e crescere con l’utente.
Quando arriverà l'AI Companion
Il primo prodotto frutto di questa collaborazione è atteso per il 2026, con l’obiettivo dichiarato di distribuire fino a 100 milioni di dispositivi nei primi anni dal lancio. Il progetto è sostenuto da investimenti miliardari e da una squadra di designer e ingegneri di primissimo piano, ma restano molte incognite: dalla reale utilità quotidiana, alla privacy, fino alla capacità di convincere gli utenti ad adottare un nuovo “compagno” tecnologico.
In sintesi, l’AI companion di Altman e Ive si candida a essere una delle innovazioni più attese dei prossimi anni: un dispositivo che promette di ridefinire il rapporto tra uomo e intelligenza artificiale, puntando su design, semplicità e potenza tecnologica.