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Come funziona il piano sequenza nella serie Netflix Adolescence
March 25, 2025 at 3:00 PM
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Come funziona il piano sequenza nella serie Adolescence

Nella serie Netflix Adolescence il regista Philip Barantini ha optato per un approccio radicale: nessun montaggio, nessuna alternanza di inquadrature. Ogni puntata, della durata di 50-65 minuti, è stata registrata in un’unica ripresa, con attori, troupe e macchina da presa sincronizzati in un perfetto balletto senza errori. Questo ha comportato:

  • Preparazione estrema: ogni tentativo richiedeva giorni di prove, con due riprese giornaliere (mattina e pomeriggio). Alcuni episodi hanno avuto bisogno di oltre 10 prove prima di raggiungere la perfezione
  • Immersività totale: lo spettatore è costretto a seguire gli eventi in tempo reale, senza possibilità di distrazione. Nella terza puntata, ad esempio, un colloquio tra una psicologa e l'adolescente protagonista è girato in un’unica inquadratura, amplificando così il disagio e il senso di claustrofobia della scena
  • Enorme pressione per gli attori: un errore di battuta o un movimento fuori posto da parte degli attori costringeva la troupe a ricominciare da capo. Owen Cooper, giovanissimo interprete del protagonista Jamie, ha dimostrato in tal senso una preparazione impressionante per la sua età, essendo costretto a mantenere concentrazione e intensità per decine di minuti alla volta.

Il piano sequenza: una tecnica cinematografica rivoluzionaria

Coniato dal critico André Bazin negli anni ’50, il termine plan-séquence (piano sequenza) indica una scena narrativa completa girata in un’unica inquadratura, senza soluzione di continuità. A differenza del long take (inquadratura lunga ma non necessariamente autonoma), il piano sequenza prescinde dal montaggio, privilegiando la realtà e unicità del tempo e dello spazio.

Perché questa scelta per Adolescence?

Il regista di Adolescence, Barantini, ha voluto eliminare ogni artificio per restituire nella serie l’immediatezza del disagio adolescenziale. Senza pause, lo spettatore è costretto a confrontarsi con l’ansia e l’incomunicabilità, vivendo l’esperienza filmica in modo quasi fisico. La tecnica diventa così strumento narrativo, non semplice virtuosismo: un modo per rendere tangibile il senso di oppressione che permea tutta la storia.

Il futuro del piano sequenza

Un tempo riservato a registi visionari, oggi la tecnica del piano sequenza è più accessibile grazie a macchine da presa digitali e droni. Dalla serie True Detective a film come 1917 (che finge un piano sequenza continuo), anche il pubblico si è ormai abituato a questa estetica ipnotica. Adolescence ne è l’ultima prova: un esperimento riuscito che dimostra come il piano sequenza possa trasformare una serie TV in un’esperienza cinematografica unica.

Altre curiosità sulla tecnica del piano sequenza

  • Orson Welles lo usò in L’infernale Quinlan (1958) per un’apertura memorabile, mentre Alfred Hitchcock girò Nodo alla gola (1948) in tempo reale, nascondendo i tagli tecnici
  • Birdman (2015) di Alejandro Iñárritu simula un piano sequenza continuo, unendo 12 scene con tagli impercettibili grazie all’ausilio del digitale.

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