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Termini e condizioniCos’è il gas xenon
Il gas xenon è un elemento chimico, simbolo Xe, appartenente alla famiglia dei gas nobili. Si tratta di una sostanza incolore, inodore e molto rara nell’atmosfera terrestre. Da tempo viene utilizzato in medicina come anestetico e per applicazioni neuroprotettive, oltre che in settori tecnologici come l’illuminazione speciale e la propulsione spaziale. Più recentemente, la ricerca ha scoperto che il gas xenon, se inalato in piccole dosi, può stimolare la produzione di eritropoietina (EPO), una proteina che aumenta il numero di globuli rossi e migliora la capacità del corpo di trasportare ossigeno.
Come funziona la “pre-acclimatazione” con il gas xenon
La scalata dell’Everest è notoriamente uno degli sforzi fisici più estremi al mondo, soprattutto a causa della carenza di ossigeno in quota. Tradizionalmente, gli alpinisti trascorrono settimane o mesi acclimatandosi, cioè abituando gradualmente il corpo all’ipossia, per ridurre il rischio di mal di montagna, edema cerebrale o polmonare, e morte. Il gas xenon promette di cambiare radicalmente questo approccio: una sessione di circa 30 minuti di inalazione, secondo i promotori, sarebbe sufficiente a “simulare” l’adattamento fisiologico che normalmente richiede settimane.
Il principio si basa sull’attivazione del cosiddetto “hypoxia-inducible factor” (HIF), la stessa molecola che il corpo attiva naturalmente in condizioni di bassa ossigenazione. Il risultato è un aumento della produzione di EPO e, di conseguenza, una più rapida capacità di adattarsi all’alta quota. Il gruppo di britannici che ha sperimentato questa tecnica, sotto la guida del noto alpinista Lukas Furtenbach, ha raggiunto la vetta dell’Everest e fatto ritorno a Londra in meno di una settimana, saltando quasi interamente il classico periodo di acclimatazione.
Impatti, controversie e prospettive future
L’utilizzo del gas xenon è tuttavia controverso. La Federazione Internazionale di Alpinismo ha già espresso dubbi sull’efficacia e la sicurezza della pratica, sottolineando che non esistono ancora prove scientifiche definitive sui rischi a lungo termine e che il gas è inserito nella lista delle sostanze proibite dall’Agenzia Mondiale Antidoping, sebbene l’alpinismo non sia considerato sport competitivo. Le autorità nepalesi hanno avviato un’indagine, mentre la comunità alpinistica si interroga su etica, sicurezza e impatto ambientale di questa nuova frontiera.
Dal punto di vista pratico, la possibilità di “pre-acclimatarsi” in poche ore potrebbe rendere l’Everest e altre grandi montagne accessibili anche a chi ha poco tempo a disposizione e non può permettersi lunghe spedizioni, riducendo anche il carico ambientale dei campi base e la produzione di rifiuti. Tuttavia, resta da capire se questa scorciatoia non aumenti i rischi per la salute degli scalatori meno esperti o impreparati.
In sintesi, il gas xenon si candida a essere una delle innovazioni più discusse e potenzialmente rivoluzionarie dell’alpinismo moderno: una scorciatoia biochimica che promette di abbattere i tempi di acclimatazione, ma che richiede ancora studi approfonditi e un ampio dibattito etico e regolamentare.