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Termini e condizioniCome funziona lo shutdown
Il termine shutdown indica la sospensione temporanea delle funzioni dello stato federale americano, ogni volta che il Congresso (ovvero Camera dei Rappresentanti e Senato) non riesce ad approvare la legge di bilancio entro la mezzanotte del 30 settembre, data di chiusura dell’anno fiscale. La Costituzione USA prevede che nessuna spesa possa essere effettuata senza un’esplicita approvazione parlamentare: se la trattativa politica tra maggioranza e opposizione si blocca, scatta l’Antideficiency Act — una legge che proibisce agli enti federali di spendere oltre quanto autorizzato e, di conseguenza, obbliga la chiusura di tutte le attività non considerate vitali.
Servizi essenziali come sicurezza nazionale, difesa, controllo del traffico aereo e sanità d’emergenza proseguono, ma migliaia di dipendenti vengono messi in congedo non retribuito, i parchi nazionali chiudono, i musei e le biblioteche federali sospendono le attività, persino la NASA e parte della amministrazione fiscale rallenta drasticamente. Gli stipendi sono congelati e i processi civili rinviati. L’effetto sui cittadini è immediato: impossibilità di ottenere permessi, rallentamenti nei servizi pubblici e un senso diffuso di incertezza economica.
Perché lo shutdown può accadere solo negli Stati Uniti?
Il meccanismo dello shutdown è unico negli Stati Uniti. La ragione va ricercata nel modello costituzionale federale, che prevede una netta separazione dei poteri tra il ramo legislativo (Congresso) e quello esecutivo (Presidenza), e nella regola che ogni spesa pubblica debba essere esplicitamente autorizzata da una legge di bilancio negoziata ogni anno.
In altri Paesi occidentali, una mancata approvazione del bilancio non causa la chiusura del governo: al massimo porta a una crisi politica o al cambio di esecutivo, ma la macchina statale e amministrativa continua a funzionare grazie a stanziamenti provvisori o alla fiducia parziale accordata dal Parlamento. In Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, esistono strumenti di emergenza che permettono la continuità amministrativa in attesa dell’accordo.
Motivazioni e conseguenze dello shutdown
Lo shutdown rappresenta il punto di massima tensione nello scontro politico tra partiti al Congresso — spesso Repubblicani e Democratici — su questioni cruciali come sanità, difesa, welfare o immigrazione. Con circa 750.000 lavoratori pubblici coinvolti e interruzioni nei servizi, i rischi sono sociali ed economici: instabilità sui mercati, aumenti dei tassi sui titoli di stato, perdita di credibilità internazionale e diffuso malcontento tra i cittadini.
La frequenza con cui accade — una ventina di episodi dal 1975 ad oggi — riflette la polarizzazione politica crescente. L’ultimo shutdown, nel 2019, durò 35 giorni; quello appena iniziato non ha ancora una data di risoluzione: dipenderà dalla capacità del Congresso USA di trovare un compromesso.
Una peculiarità americana
Lo shutdown è, in definitiva, una singolare “spia” dei limiti e delle fragilità del sistema federale americano: frutto di una divisione rigorosa dei poteri e, allo stesso tempo, di un esasperato confronto politico che può bloccare lo stato — ma mai fermare la Washington del potere.