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Quali minerali potremmo estrarre (in futuro) dalla Luna e da Marte?
April 16, 2025 at 8:30 AM
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Mentre sulla Terra le risorse minerarie si esauriscono, scienziati e grandi aziende guardano al Sistema Solare per garantire, un giorno, un approvvigionamento sostenibile al nostro Pianeta. Luna, Marte e asteroidi potrebbero diventare le miniere del futuro, e ridurre così lo sfruttamento della Terra supportando attività umane (e colonie) nello spazio.

Luna: acqua, metalli ed elio-3

La Luna è ricca di risorse essenziali per l’esplorazione spaziale:

  • Acqua: presente sotto forma di ghiaccio nei crateri polari, può essere convertita in ossigeno e idrogeno per carburante o usata per il sostentamento delle colonie
  • Metalli: ferro, titanio e alluminio sono presenti nei minerali lunari. L’alluminio, estratto dal suolo (regolite), potrebbe essere utilizzato per costruire habitat o componenti strutturali
  • Elio-3: raro sulla Terra, questo isotopo è abbondante sulla Luna e potrebbe alimentare futuri reattori a fusione nucleare, offrendo energia pulita.

Secondo Paul Spudis, esperto di risorse lunari, l’obiettivo a lungo termine non sarebbe quello di portare questi materiali sulla Terra, ma di usarli direttamente nello spazio per ridurre i costi delle missioni.

Marte: acqua nascosta e materiali da costruzione

Su Marte, l’attenzione si concentra invece sui minerali idrati, come solfati e fillosilicati, che contengono acqua nella loro struttura. L’estrazione di acqua da queste risorse è prioritaria per produrre ossigeno, acqua potabile e carburante (idrogeno e ossigeno liquidi). Inoltre, le argille marziane potrebbero essere trasformate in mattoni o ceramiche per costruire basi, evitando di trasportare materiali dalla Terra.

Uno studio della Freie Universität Berlin evidenzia che regioni come Mawrth Vallis e Meridiani Planum, ricche di minerali idrati, sarebbero le candidate ideali per le prime colonie su Marte.

Asteroidi: miniere galleggianti di metalli preziosi

Gli asteroidi, invece, sono veri e propri tesori spaziali: alcuni contengono concentrazioni di nichel, platino e terre rare (come neodimio e disprosio) superiori a quelle terrestri. Un asteroide di 2 km di diametro potrebbe contenere più nichel di tutti i giacimenti terrestri combinati. Questi elementi sono cruciali per l’elettronica, le energie rinnovabili e l’industria high-tech.

L’estrazione su asteroidi richiederà tuttavia robot autonomi, dato l’ambiente privo di atmosfera e la presenza di microgravità. Missioni come OSIRIS-REx della NASA, che ha prelevato campioni dall’asteroide Bennu, dimostrano comunque la fattibilità tecnologica dell’impresa.

I vantaggi per la Terra

L’estrazione spaziale potrebbe alleviare la pressione sui giacimenti terrestri, riducendo quindi l’impatto ambientale legato all’estrazione mineraria. Secondo uno studio pubblicato su PNAS, sfruttare depositi extraterrestri ad alta concentrazione ridurrebbe energia, rifiuti ed emissioni rispetto alle miniere terrestri a bassa resa.

Possibili scenari futuri

Entro il 2050, potremmo quindi assistere a:

  • Creazione di basi lunari che estraggono acqua e producono carburante per rifornire satelliti e navi dirette su Marte
  • Miniere robotiche su asteroidi che inviano metalli preziosi verso la Terra o verso stazioni orbitali
  • Colonie marziane autosufficienti, con infrastrutture costruite con materiali locali.

La collaborazione tra agenzie spaziali e aziende private sarà però cruciale. Come durante la corsa all’oro in California, l’economia spaziale potrebbe esplodere di colpo, trainata da innovazioni tecnologiche e nuovi mercati potenziali. E allora estrarre risorse dallo spazio non sarebbe più fantascienza, ma vera e propria realtà.

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