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Perché le aziende tech hanno un (gran) bisogno di energia per i data center
July 6, 2025 at 5:30 PM
by Redazione
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Perché i data center consumano così tanta energia

Il fabbisogno energetico dei data center deriva da diversi fattori chiave:

  • Densità di calcolo: I data center ospitano migliaia di server e dispositivi di rete che processano, archiviano e trasmettono dati senza sosta. Applicazioni come AI, machine learning, streaming video e big data richiedono una potenza di calcolo sempre maggiore, e quindi più energia per alimentare processori sempre più potenti
  • Operatività 24/7: I data center devono garantire continuità assoluta di servizio, senza interruzioni. Questo significa che funzionano giorno e notte, con sistemi di backup e ridondanza che aumentano ulteriormente il consumo energetico
  • Raffreddamento: Una delle principali voci di consumo è legata alla necessità di raffreddare i server, che generano enormi quantità di calore. In molti casi, fino al 40-50% dell’energia totale di un data center viene utilizzata solo per il raffreddamento, tramite sistemi di ventilazione, aria condizionata e, sempre più spesso, soluzioni di raffreddamento a liquido
  • Reti e infrastruttura: Oltre ai server, anche l’infrastruttura di rete (router, switch, firewall) consuma energia per mantenere la connettività globale e la velocità di trasmissione dati richiesta da servizi come 5G e edge computing.

Per rispondere a questa domanda crescente, i giganti della tecnologia stanno investendo in fonti di energia sempre più affidabili e sostenibili, come il nucleare e le rinnovabili. Microsoft, Google e Amazon, ad esempio, stanno puntando su piccoli reattori modulari e sull’acquisto di energia pulita per alimentare i loro data center e rispettare gli impegni di decarbonizzazione.

L’impatto dell’intelligenza artificiale: energia (e acqua) senza precedenti

L’esplosione dell’intelligenza artificiale sta spingendo il consumo energetico dei data center a livelli mai visti. Secondo IDC, già oggi i costi dell’elettricità rappresentano circa il 46% delle spese totali per i data center aziendali e il 60% per quelli dei service provider, e la quota è destinata a salire. Un singolo prompt su ChatGPT, ad esempio, consuma in media 10 volte più energia di una ricerca Google. Si stima che entro il 2028 i data center potrebbero arrivare a consumare tra il 6,7% e il 12% dell’elettricità totale degli Stati Uniti, rispetto al 4,4% del 2023.

Ma non è solo una questione di energia elettrica: il raffreddamento dei data center richiede anche enormi quantità di acqua. Nel 2024, Google ha aumentato del 28% il consumo d’acqua per il raffreddamento dei propri data center, arrivando a 8,1 miliardi di galloni in un solo anno, l’equivalente dell’irrigazione annuale di 54 campi da golf nel sud-ovest degli Stati Uniti. L’adozione di tecnologie di raffreddamento a liquido e sistemi più efficienti è diventata essenziale per evitare surriscaldamenti e blackout, ma comporta nuove sfide di sostenibilità ambientale.

Verso il futuro: sostenibilità e nuove tecnologie

La crescita esponenziale dell’AI e dei servizi digitali obbliga le aziende tech a ripensare radicalmente la gestione energetica dei data center. Per questo l’investimento in fonti rinnovabili, il ricorso al nucleare e lo sviluppo di tecnologie di raffreddamento innovative sono ormai imprescindibili per garantire la sostenibilità di un’infrastruttura che, dietro le quinte, sostiene la vita digitale di miliardi di persone nel mondo.

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