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Perché la NASA vuole tornare sulla Luna (e come funzionerà la nuova missione)
September 24, 2025 at 2:00 PM
by Redazione
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Diversamente dall’era Apollo, il ritorno sulla Luna nel XXI secolo non è solo una questione di primato tecnologico o geopolitico, ma un passaggio strategico per la crescita della “space economy” e per aprire la strada alle future esplorazioni di Marte. La Luna permette di testare in condizioni estreme soluzioni per la sopravvivenza autonoma: estrarre acqua ghiacciata dai poli, produrre ossigeno e materie prime in loco, generare energia in modo efficiente e prolungato. Queste capacità sono considerate la base per insediare un giorno avamposti autosufficienti sia sulla Luna che su Marte o altri corpi celesti.

Oltre agli scopi scientifici – nuove ricerche sulla formazione della Terra, test di tecnologie e studio geologico approfondito – l’interesse è anche economico: si punta allo sfruttamento futuro di risorse come terre rare e elio-3 (ipotesi di carburante per la fusione nucleare) e alla crescita di settori industriali ad alta intensità tecnologica.

Il programma Artemis e la tecnologia utilizzata

La sfida del ritorno sulla Luna è affidata al programma Artemis. Lanciato dalla NASA con la collaborazione di ESA, JAXA, CSA e numerose aziende private, Artemis prevede una serie di missioni progressive: dopo il volo senza equipaggio di Artemis I, Artemis II porterà astronauti in orbita lunare, mentre Artemis III vedrà il ritorno di umani sul suolo lunare (previsione: 2026), compresa la prima donna e la prima persona di colore a calcare il suolo lunare.

Il vettore impiegato sarà lo Space Launch System (SLS), il razzo più potente mai realizzato, capace di inviare la navicella Orion e numerosi carichi verso la Luna con un solo lancio. La capsula Orion, sviluppata con grande partecipazione europea, sarà il centro vitale degli equipaggi, mentre moduli di atterraggio e rover robotici permetteranno le operazioni sulla superficie.

Nel futuro prossimo, Artemis porterà anche alla costruzione di una piccola stazione orbitante, il Lunar Gateway, e, sul lungo periodo, a una vera e propria Artemis Base Camp sulla superficie lunare. Questo consentirà missioni regolari di lunga durata, raccolta di campioni e preparazione logistica per le missioni interplanetarie verso Marte.

Perché tornare ora

Il ritorno sulla Luna si gioca anche in un nuovo scenario geopolitico globale, con la Cina, l’India e aziende private che puntano a insediarsi nello spazio cislunare. Essere presenti fin dall’inizio significa influenzare regole, standard e strategie sul futuro utilizzo delle risorse lunari, in un mercato potenziale che sarà al centro delle attività spaziali dei prossimi decenni.

In sintesi, la nuova corsa alla Luna risponde all’urgenza di innovare nello spazio e sulla Terra, di potenziare la cooperazione internazionale e di preparare il prossimo grande salto dell’umanità verso Marte.

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