Benvenuto! Leggi qui i nostri
Termini e condizioniUn’idea sbagliata radicata nel tempo
L’idea che le sculture antiche fossero candide nacque nel XVIII secolo, quando studiosi come Johann Winckelmann idealizzarono la purezza del marmo bianco come simbolo di bellezza classica. In realtà, già dagli scavi di Pompei ed Ercolano nel XVIII secolo si erano riscontrate tracce di pigmenti sulle statue, ma solo recentemente, grazie a tecniche scientificamente avanzate, è stato possibile ricostruire i colori originali di queste opere d'arte.
Le testimonianze antiche e le scoperte archeologiche
Va però sottolineato che le scoperte archeologiche non sono le uniche prove a nostra disposizione. Fonti letterarie antiche, infatti, di autori come Platone, Euripide e Plinio il Vecchio, descrivono chiaramente come le statue dell’epoca fossero dipinte con colori vivaci.
Affermazioni che anche l’illustre archeologo Vinzenz Brinkmann ha confermato in tempi recenti, attraverso analisi chimiche, riscontrando la presenza di pigmenti su diverse sculture. A Pompei, la lava vulcanica ha infatti conservato intatti i colori di affreschi e statue, fornendo in questo modo un prezioso esempio di come apparivano originariamente le sculture romane.
Come venivano colorate le statue
Le statue in marmo e bronzo venivano dipinte con pigmenti naturali, applicati con tecniche diverse a seconda delle scuole artistiche e delle epoche. I colori servivano a evidenziare dettagli anatomici, abiti, capelli e persino elementi simbolici, rendendo le opere più realistiche e comunicative. Anche i rilievi architettonici e i templi erano decorati con colori intensi, cosa che contribuiva ulteriormente alla creazione di un ambiente visivo ricco e vibrante.
Il ruolo della scultura romana
I Romani, pur ispirandosi alla tradizione greca, svilupparono uno stile proprio, soprattutto nel ritratto e nella scultura decorativa. Anche le loro statue erano policrome, e spesso utilizzavano la colorazione per sottolineare il realismo e la narrazione delle scene rappresentate.
Perché oggi vediamo solo il bianco delle statue
Col tempo, l’esposizione agli agenti atmosferici, l’usura e i restauri hanno cancellato i colori originali dalle statue, lasciando solo il marmo ‘nudo e crudo’. Inoltre, il gusto estetico europeo (maturato negli anni del Rinascimento) ha privilegiato per secoli il marmo bianco come ideale di bellezza, contribuendo a diffondere l’idea errata che le statue antiche fossero sempre prive di colore.
Altre curiosità sulle statue dell’antichità
In sintesi, le statue greche e romane non sono mai state ‘bianche’ e candide come le conosciamo oggi. Erano invece opere d’arte a tutto tondo, animate da colori intensi che raccontavano storie e racchiudevano significati estremamente profondi.