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Salute, che cos’è la febbre dengue?
July 23, 2025 at 11:00 AM
by Redazione
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La febbre dengue è una malattia infettiva di origine virale, trasmessa prevalentemente dalla puntura di zanzare del genere Aedes, in particolare Aedes aegypti e, in misura crescente, anche dalla cosiddetta “zanzara tigre” (Aedes albopictus). Si tratta di una patologia che rappresenta oggi una vera emergenza sanitaria a livello globale, con una distribuzione particolarmente estesa nelle regioni tropicali e subtropicali, dal Sud-est asiatico all’America Latina, passando per molte aree dell’Africa e del Pacifico. Negli ultimi decenni, si è tuttavia osservato un preoccupante aumento dei casi nelle regioni temperate, compresa l’Europa, a causa delle mutate condizioni ambientali e della diffusione dei vettori.

Come si trasmette e si manifesta la dengue

La trasmissione avviene quasi esclusivamente attraverso la puntura di femmine infette di zanzara Aedes, che inoculano il virus direttamente nel circolo sanguigno dell’uomo. Il virus della dengue appartiene alla famiglia dei Flaviviridae e si presenta in quattro sierotipi distinti, chiamati Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4. In seguito a una puntura di zanzara infetta, i sintomi compaiono in genere dopo un periodo di incubazione che varia da quattro a dieci giorni.

Il quadro clinico della dengue si manifesta spesso con febbre alta improvvisa, accompagnata da mal di testa intenso – soprattutto nella zona retrooculare –, dolori muscolari e articolari così marcati da farle meritare il nome di “febbre spaccaossa”, nausea, vomito, gonfiore delle ghiandole linfatiche ed eruzioni cutanee molto simili a quelle del morbillo. Il decorso, nella maggior parte dei casi, è benigno e si risolve spontaneamente entro una settimana, ma in una percentuale non trascurabile di pazienti, soprattutto in presenza di una seconda infezione da uno sierotipo diverso o in soggetti particolarmente vulnerabili come bambini e anziani, la malattia può evolvere verso forme più gravi.

L’evoluzione più temibile è rappresentata dalla dengue severa (ex dengue emorragica o shock dengue), nella quale si verificano emorragie gravi, calo significativo delle piastrine, perdita di liquidi, danni agli organi vitali e, nei casi più critici, shock e morte. I segni di allarme comprendono forti dolori addominali, vomito persistente, difficoltà respiratorie, sanguinamenti dal naso o dalle gengive, tracce di sangue in vomito o feci e uno stato di debolezza marcato.

Le strategie di prevenzione e le possibilità di cura

Attualmente non esistono terapie antivirali specifiche contro il virus della dengue. Il trattamento è di tipo sintomatico: si raccomanda riposo, adeguata idratazione e l’uso di farmaci antipiretici come il paracetamolo per tenere sotto controllo febbre e dolori. Devono invece essere evitati i comuni farmaci antinfiammatori non steroidei (come aspirina, ibuprofene e naprossene), in quanto aumentano il rischio di sanguinamento. In presenza di segnali di allarme, è necessario il ricovero ospedaliero per supportare le funzioni vitali e prevenire complicanze.

La vera arma resta in ogni caso la prevenzione. Limitare le punture di zanzara si conferma fondamentale: utilizzare repellenti, indossare abiti che coprano il corpo, installare zanzariere alle finestre e bonificare i ristagni d’acqua, che rappresentano un habitat ideale per la deposizione delle uova. La vaccinazione tetravalente, disponibile in alcuni Paesi per specifiche categorie, offre inoltre una parziale protezione in soggetti già sensibilizzati da un primo contatto con il virus, ma non è ancora d’uso universale.

Un fenomeno in evoluzione

La febbre dengue rappresenta oggi la malattia virale trasmessa da zanzare più diffusa al mondo. E il suo impatto sanitario è in costante crescita, non solo per il numero dei casi ma anche per la frequenza e la gravità dei focolai epidemici. I cambiamenti climatici, l’urbanizzazione incontrollata e la circolazione internazionale di merci e persone stanno contribuendo all’allargamento delle aree di rischio, spingendo anche le autorità sanitarie italiane ed europee a innalzare la soglia di attenzione. Ecco perchè la tempestività nella diagnosi, il rafforzamento delle misure preventive e la ricerca di nuovi strumenti terapeutici e vaccinali sono oggi indispensabili per affrontare questa sfida globale.

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