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Termini e condizioniCos’è il dynamic pricing
Il dynamic pricing è un modello di vendita che prevede la variazione automatica dei prezzi dei biglietti in tempo reale, in base alla domanda e all’offerta. In pratica, il costo di un biglietto per una partita potrà aumentare o diminuire a seconda dell’interesse del pubblico: se la domanda cresce, il prezzo sale; se invece il match attira meno spettatori, il prezzo può scendere anche sotto il valore iniziale. Questo meccanismo è già stato utilizzato per la Copa America e per il Club World Cup, ma mai prima d’ora per una Coppa del Mondo FIFA.
Come funzionerà ai Mondiali 2026
Per il torneo del 2026, che vedrà la partecipazione record di 48 squadre e 104 partite in 16 città, FIFA ha deciso di applicare il dynamic pricing a quasi tutti i biglietti, ad eccezione di quelli riservati ai club ufficiali dei tifosi delle nazionali partecipanti. I biglietti saranno venduti tramite una piattaforma ufficiale, con le vendite che dovrebbero partire nel terzo trimestre del 2025. Inizialmente, saranno disponibili solo i pacchetti hospitality, con prezzi che andranno da 3.500 a oltre 70.000 dollari.
Il prezzo di un biglietto potrà cambiare in base a diversi fattori: l’importanza della partita, la fase del torneo, la presenza di star in campo (come accaduto in MLS con Messi), la vicinanza alla data dell’evento e la disponibilità residua. Chi acquisterà i biglietti per tempo potrebbe pagare di più rispetto a chi aspetta l’ultimo momento, ma questa strategia resta rischiosa: se la domanda dovesse esplodere, i prezzi potrebbero salire rapidamente.
Vantaggi e critiche
Secondo FIFA, il dynamic pricing permette di massimizzare gli incassi e di adattare l’offerta alle reali esigenze del mercato, puntando a un obiettivo di ricavi da biglietteria di almeno 1,8 miliardi di dollari, parte di un piano più ampio da 13 miliardi per il ciclo 2023-2026. Tuttavia, la scelta è già oggetto di polemiche: molti tifosi e associazioni di consumatori la considerano una pratica che penalizza i fan meno abbienti e rischia di rendere inaccessibili le partite più attese, come la finale o i match delle squadre più popolari.
Le esperienze recenti negli Stati Uniti mostrano che il dynamic pricing può portare a prezzi molto elevati per gli eventi di punta (ad esempio, per il Super Bowl si sono raggiunti mediamente i 7-8 mila dollari a biglietto), mentre per le partite meno richieste i prezzi possono anche scendere sensibilmente, favorendo chi decide all’ultimo momento. Il sistema, però, rischia di accentuare le disparità tra tifosi e di alimentare il fenomeno della rivendita e del bagarinaggio online.
Un modello destinato a cambiare il calcio globale?
L’introduzione del dynamic pricing ai Mondiali 2026 rappresenta una svolta epocale nella gestione degli eventi sportivi internazionali. Se da un lato si punta a ottimizzare i ricavi e a sfruttare la flessibilità del mercato, dall’altro si apre un dibattito su accessibilità, equità e tutela dei tifosi. Resta da vedere se questa scelta farà scuola anche in Europa, dove il modello è ancora poco diffuso e fortemente contestato dalle associazioni dei supporter.
Il Mondiale 2026 sarà dunque non solo il più grande di sempre, ma anche il più “dinamico” per chi vorrà viverlo dagli spalti.