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Termini e condizioniChe cos’è The Orb e come funziona
The Orb è una sfera di plastica e silicio che, grazie a una rete di sensori e telecamere ad alta precisione, effettua una scansione dell’iride e del volto di una persona. In pochi secondi, il dispositivo genera un “iris code”, ovvero una rappresentazione numerica unica delle caratteristiche biometriche dell’utente, più sicura e precisa di un’impronta digitale. Questo codice viene poi utilizzato per creare una “World ID”, una sorta di passaporto digitale che certifica che dietro uno schermo c’è un essere umano, reale e unico, non un’intelligenza artificiale o un bot.
L’innovazione chiave di The Orb sta nella privacy: le immagini scattate vengono elaborate localmente e subito cancellate, mentre il codice biometrico viene criptato, suddiviso in frammenti e distribuito su una rete decentralizzata. Nessun dato sensibile resta memorizzato sul dispositivo o nei server aziendali, riducendo così il rischio di furti o abusi. Il sistema è inoltre open source, quindi esperti esterni possono verificarne il funzionamento e la sicurezza.
Perché The Orb può “salvarci” dall’AI
Con l’avanzare dell’intelligenza artificiale, diventa sempre più difficile distinguere tra i contenuti generati da umani e quelli prodotti da bot o algoritmi. The Orb nasce proprio per risolvere questo problema: la sua tecnologia permette di dimostrare in modo sicuro e anonimo che chi sta accedendo a un servizio online è una persona reale, senza dover fornire dati personali come numeri di telefono o documenti d’identità.
In futuro, quindi, la World ID potrebbe diventare uno strumento essenziale per accedere a social network, servizi pubblici digitali, piattaforme di pagamento o anche per ricevere un reddito di base universale, proteggendo la società da truffe, manipolazioni e furti d’identità.
Criticità e prospettive
Non mancano però le perplessità: alcuni esperti sottolineano i rischi legati alla centralizzazione di così tanti dati biometrici e al potenziale potere che una sola azienda potrebbe esercitare sulla gestione delle identità digitali globali. Tools for Humanity risponde puntando su trasparenza, decentralizzazione e sicurezza, ma il dibattito resta aperto.
The Orb, già adottata da milioni di utenti e oggetto di interesse da parte di governi e grandi aziende, rappresenta insomma uno dei primi tentativi concreti di “blindare” l’identità umana nell’era dell’AI. E se il progetto avrà successo, potrebbe diventare il nuovo standard per distinguere l’uomo dalla macchina e restituire fiducia all’internet del futuro.