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Termini e condizioniIl Golden Dome si ispira al celebre Iron Dome israeliano, ma su una scala e con una tecnologia molto più avanzate e ambiziose. L’idea è quella di creare una rete di centinaia, forse migliaia, di satelliti in orbita terrestre, capaci di rilevare in tempo reale il lancio di missili balistici, ipersonici o da crociera da qualsiasi punto del pianeta. Questi satelliti saranno dotati di sensori di nuova generazione e collegati a una flotta separata di satelliti “d’attacco”, in grado di intercettare e distruggere i missili nemici subito dopo il lancio, prima che possano raggiungere il suolo americano.
Il progetto prevede l’integrazione delle nuove tecnologie spaziali con i sistemi di difesa già esistenti su terra e mare, creando così uno scudo multilivello capace di rispondere a minacce provenienti sia dallo spazio che dall’atmosfera terrestre.
Tempi, costi e attori coinvolti
Trump ha nominato il generale Michael Guetlein della U.S. Space Force come responsabile del programma e ha dichiarato che il sistema dovrebbe diventare operativo entro la fine del suo mandato, anche se molti analisti restano scettici sui tempi effettivi di realizzazione. Il Pentagono ha già avviato le prime fasi di test e selezione dei componenti, mentre tra le aziende favorite per la costruzione figurano SpaceX di Elon Musk, Palantir e Anduril, tutte già coinvolte in progetti di difesa avanzata.
Il Canada ha espresso interesse a partecipare al progetto, anche se da Ottawa non sono arrivati commenti ufficiali. L’architettura del Golden Dome sarà oggetto di ulteriori sviluppi nei prossimi mesi, con una prima tranche di finanziamenti federali da 25 miliardi di dollari già stanziata per avviare la costruzione.
Un’eredità tra propaganda, tecnologia e geopolitica
Il Golden Dome rappresenta una versione aggiornata e tecnologicamente più realistica del “Progetto Guerre Stellari” lanciato da Ronald Reagan negli anni Ottanta, che all’epoca contribuì, almeno sul piano della pressione psicologica, al collasso dell’Unione Sovietica. Oggi, però, la tecnologia satellitare e i sistemi di intercettazione laser e missilistica hanno compiuto passi avanti significativi, rendendo almeno teoricamente possibile la costruzione di uno scudo antimissile globale.
Tuttavia, il progetto resta controverso: i democratici in Congresso hanno sollevato dubbi sia sui costi che sulle modalità di appalto, in particolare per il coinvolgimento di SpaceX e delle aziende vicine all’amministrazione Trump. Gli esperti sottolineano inoltre che nessun sistema può garantire una protezione totale contro attacchi multipli o sofisticati, e che il rischio di una nuova corsa agli armamenti nello spazio è concreto.
Il Golden Dome si candida a diventare il pilastro della strategia difensiva americana per i prossimi decenni, con l’obiettivo dichiarato di “proteggere la patria da ogni minaccia esterna”, come ha sottolineato Trump. Se e quando sarà operativo, potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri della deterrenza nucleare globale, ma resta da vedere se la tecnologia, la politica e le risorse economiche riusciranno a tenere il passo con le ambizioni del progetto.