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Termini e condizioniLa nascita del terrorismo islamico moderno trova una delle sue matrici nei profondi sconvolgimenti vissuti dal mondo islamico negli anni Venti e Trenta del Novecento. Il crollo dell’Impero Ottomano e la fine del Califfato (1924) lasciarono la comunità musulmana mondiale priva di una guida riconosciuta, offrendo terreno fertile al desiderio di una “restaurazione della purezza originaria” e all’opposizione all’influenza occidentale e laica. In Egitto, nel 1928, nasce così la Fratellanza Musulmana di Hassan al-Banna: è il primo movimento a integrare la religione con la politica e l’uso della violenza, per riportare la società islamica ai valori delle origini.
Le rivendicazioni islamiste si intrecciano ben presto con le lotte di liberazione dal colonialismo e prendono forza negli anni Settanta e Ottanta, specie dopo la rivoluzione iraniana del 1979 e, ancor più, la guerra sovietica in Afghanistan. In questo conflitto – vera scuola internazionale del jihadismo armato – giovani militanti da tutto il mondo islamico partono volontari per combattere gli “infedeli” sovietici; tra loro anche Osama Bin Laden e Abdullah Azzam: sulle ceneri di questa esperienza nascerà Al-Qaeda.
L’affermazione del Jihad globale
Al-Qaeda inaugura una nuova stagione: non solo il terrorismo “locale” contro i governi dei paesi islamici ritenuti corrotti o “impuri”, ma la dichiarazione di una guerra all’Occidente, agli Stati Uniti e ai loro alleati. Il jihad globalizzato, grazie anche ai nuovi strumenti di comunicazione, si sviluppa secondo logiche decentrate, con cellule e affiliati capaci di colpire ovunque (dall’Africa all’Asia, fino alle città europee).
Il picco simbolico si raggiunge l’11 settembre 2001: le immagini degli aerei che si schiantano sulle Torri Gemelle rendono manifesto il cambiamento di scala e obiettivi del terrorismo islamista, capace di colpire il cuore dell’Occidente con un attacco senza precedenti. Da allora, la minaccia si è ulteriormente ramificata: da Al-Qaeda si è giunti all’emergere di ISIS, che tra il 2014 e il 2019 ha imposto un vero e proprio “Stato” nelle regioni di Siria e Iraq, esportando il terrore e reclutando foreign fighters in tutto il mondo.
Le ramificazioni: dall’Africa all’Asia, reti e propaganda
Oggi il terrorismo islamico ha assunto una struttura reticolare e multiforme: oltre alle storiche Al-Qaeda e ISIS, operano gruppi affiliati o ispirati in Africa occidentale (Boko Haram, Al-Shabaab), nel Maghreb, in Asia centrale e nel Sudest asiatico. La propaganda digitale e il reclutamento online consentono di radicalizzare individui in ogni continente, generando una minaccia asimmetrica, fluida e difficile da estirpare.
Una sfida che riguarda tutto il mondo
Il terrorismo islamico è il prodotto di crisi politiche, sociali e identitarie del mondo musulmano, della storia coloniale e delle dinamiche globali che hanno coinvolto Medio Oriente, Africa, Asia ed Europa. È un fenomeno che evolve insieme alla realtà tecnologica e geopolitica, imponendo alla comunità internazionale una sfida continuamente mutevole, per la quale servono strumenti di comprensione storica tanto quanto risposte operative.