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Termini e condizioniDal 2 aprile scattano i dazi del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti, una misura che colpisce non solo i costruttori ma anche la filiera italiana. L’impatto non sarà immediato, ma le ripercussioni potrebbero essere significative, soprattutto per la componentistica, cuore della nostra industria automobilistica.
La doppia esposizione italiana
L’Italia esporta direttamente negli Usa oltre 4 miliardi di euro tra auto e componenti, con un attivo commerciale di 3 miliardi. Tuttavia, il vero punto debole è la dipendenza dai mercati tedeschi: il 60% della nostra produzione di componenti è destinata alla Germania, che a sua volta è il principale esportatore di auto premium verso gli Stati Uniti. Se i marchi tedeschi subiranno un calo delle vendite Usa, ridurranno gli ordini alle aziende italiane, innescando un effetto domino.
Stellantis, un caso emblematico
Il gruppo italo-franco-americano Stellantis, con stabilimenti in Canada e Messico, rischia un calo del 75% dei profitti nel 2025 secondo analisi di Jeffries. Nonostante la presenza di impianti oltreconfine, i dazi colpiscono anche i componenti importati, aumentando i costi di produzione. Un problema che riguarda anche altre case, come Ford e Tesla, e che dimostra ulteriormente (se mai ce ne fosse stato bisogno) come il protezionismo danneggi le catene globali.
Il mercato italiano già in difficoltà
Il contesto è già critico: a gennaio le immatricolazioni sono calate del 5,9% rispetto al 2024, con previsioni per il 2025 a 1,55 milioni (-0,6%). Senza incentivi per l’elettrico e con un quadro normativo incerto, l’industria italiana affronta già una fase di stagnazione. I dazi Usa rappresentano un ulteriore ostacolo, soprattutto per la componentistica, che fattura 25 miliardi a livello globale.
Reazioni e prospettive future
L’Unione Europea, principale mercato di esportazione italiano, ha promesso di negoziare soluzioni, ma intanto le borse europee hanno già registrato perdite miliardarie. Per l’Anfia, l’associazione della filiera, servono interventi urgenti sulla fiscalità delle auto aziendali e un quadro normativo stabile.
In sintesi, il mercato delle auto in Italia non sarà travolto dai dazi Usa, ma subirà un doppio colpo: diretto per chi esporta componenti oltreoceano e indiretto per chi lavora con i tedeschi. In un mercato già debole, ogni ulteriore pressione rischia di rallentare la ripresa, costringendo le aziende a rivedere strategie e costi.