Benvenuto! Leggi qui i nostri
Termini e condizioniCosa sono i bunker-buster
I bunker-buster sono ordigni ad alto potenziale, costruiti per penetrare strati di terra, roccia o cemento armato prima di esplodere. Il loro scopo è colpire bersagli nascosti in profondità, come bunker militari, centri di comando o, come nel caso iraniano, impianti nucleari sotterranei. Il modello più potente attualmente in uso dagli Stati Uniti è la GBU-57A/B MOP: una bomba da 30.000 libbre (circa 13.600 kg), lunga oltre sei metri, in grado di penetrare fino a 60 metri di terreno o 18 metri di cemento armato prima di detonare.
L’attacco ai siti nucleari iraniani
Nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2025, sette bombardieri stealth B-2 Spirit dell’US Air Force hanno sganciato quattordici MOP su tre siti nucleari iraniani: Fordow, Natanz e Isfahan. L’obiettivo principale era il sito di Fordow, considerato il più avanzato e protetto, situato a circa 100 metri sottoterra e scavato nella roccia di una montagna. Secondo le ricostruzioni, solo una bomba come la MOP, trasportabile esclusivamente dai B-2, era in grado di raggiungere e danneggiare queste infrastrutture.
Le immagini satellitari successive all’attacco hanno mostrato enormi crateri e segni di distruzione nei punti di accesso e nelle gallerie sotterranee di Fordow, suggerendo che le bombe abbiano davvero colpito in profondità. La scelta di utilizzare i bunker-buster è stata determinante: nessun altro ordigno convenzionale avrebbe potuto superare le difese di questi siti, che avevano resistito anche ai precedenti attacchi israeliani.
Come funzionano i bunker-buster
La GBU-57 MOP è guidata con precisione tramite sistemi GPS e laser, e non esplode al contatto, ma solo dopo essersi fermata all’interno del bersaglio, massimizzando così la distruzione delle strutture sotterranee prese di mira. Il suo impiego richiede una pianificazione logistica complessa: solo i B-2 possono trasportarla, e ogni aereo può portare fino a due bombe per missione.
Implicazioni strategiche
L’attacco con bunker-buster segna un punto di svolta nella capacità degli Stati Uniti di colpire infrastrutture nucleari protette, e dimostra che nemmeno i siti più profondi sono al sicuro. Tuttavia, l’uso di queste armi solleva anche interrogativi su possibili danni collaterali, rischi ambientali e la corsa agli armamenti sotterranei. La missione ha infine sottolineato il ruolo insostituibile della tecnologia militare americana in operazioni di precisione e la sua importanza strategica per gli equilibri in Medio Oriente.