Benvenuto! Leggi qui i nostri
Termini e condizioniIl ruolo delle tariffe e la resilienza dei mercati
A inizio primavera 2025, l’annuncio di una nuova ondata di dazi da parte degli Stati Uniti aveva fatto temere il peggio: gli investitori si aspettavano un impatto negativo sulla crescita globale e sui profitti delle grandi aziende americane, molte delle quali dipendono dalle catene di fornitura internazionali. Il mercato aveva reagito con un brusco calo, portando l’S&P 500 vicino a una fase di bear market. Tuttavia, la successiva decisione della Casa Bianca di posticipare i dazi più severi fino a luglio ha cambiato radicalmente il sentimento generale: gli investitori hanno interpretato la mossa come un segnale che il governo non avrebbe lasciato che le tensioni commerciali affondassero la Borsa.
Questa inversione di tendenza ha innescato un recupero rapidissimo: dal 9 aprile, l’S&P 500 è salito di oltre il 23%, recuperando tutte le perdite accumulate tra marzo e aprile e riportandosi sui livelli pre-crisi. Il fenomeno ha rafforzato la strategia del “buy the dip”, ovvero l’acquisto di titoli durante le fasi di ribasso, nella convinzione che le correzioni siano temporanee e seguite da nuovi massimi.
Oltre i dazi: tecnologia, utili e fiducia sull’economia
Se da un lato la minaccia dei dazi resta un fattore di rischio, dall’altro il mercato ha trovato nuovi motivi di ottimismo. In primo luogo, la robustezza dei risultati trimestrali delle big tech e delle società legate all’intelligenza artificiale e ai semiconduttori ha dato un contributo fondamentale: titoli come Nvidia, Broadcom e Tesla hanno registrato performance impressionanti, trainando l’intero comparto tecnologico e sostenendo la capitalizzazione dell’indice. Anche il settore delle criptovalute ha vissuto una fase di euforia, con Bitcoin sopra i 100.000 dollari e forti rialzi per Coinbase e Riot Platforms.
A sostenere la fiducia degli investitori sono inoltre alcuni indicatori macroeconomici positivi: la crescita dell’occupazione, il contenimento dell’inflazione e la tenuta dei consumi interni hanno rafforzato la percezione che l’economia americana sia in grado di reggere agli shock esterni, almeno nel breve periodo. Gli analisti sottolineano che, rispetto al passato, il mercato appare più resiliente alle notizie negative e meno incline a farsi condizionare esclusivamente dalle vicende politiche o commerciali.
La psicologia degli investitori e il ruolo delle banche centrali
Un altro elemento chiave è la psicologia degli operatori: la decisione di Trump di rinviare i dazi più pesanti ha consolidato l’idea che l’amministrazione non permetterà crolli prolungati della Borsa, alimentando la propensione al rischio e la rapidità dei rimbalzi. Questo atteggiamento si riflette anche nell’aumento dell’esposizione azionaria da parte dei grandi fondi e nella scelta di molti investitori di privilegiare ancora il mercato statunitense, nonostante le incertezze sulle politiche fiscali e commerciali.
Le banche centrali, dal canto loro, mantengono un atteggiamento prudente ma non restrittivo: la Federal Reserve ha evitato strette monetarie improvvise, lasciando intendere che eventuali interventi saranno graduali e guidati dai dati macroeconomici. Questo ha contribuito a raffreddare i timori di una stretta creditizia, favorendo ancora una volta la propensione al rischio.
Le incognite per il futuro
Non mancano, tuttavia, elementi di cautela. Alcuni analisti avvertono che la corsa dell’S&P 500 potrebbe essere rallentata da valutazioni elevate, da una possibile frenata degli utili aziendali e dal rischio che, una volta scaduto il rinvio dei dazi, le tensioni commerciali tornino a pesare sui mercati. La volatilità potrebbe accentuarsi in estate, in attesa di sviluppi sulle trattative internazionali e sulle scelte della Casa Bianca.
In sintesi, la risalita dell’S&P 500, nonostante i dazi, è il risultato di una combinazione di fattori: la resilienza dell’economia, la forza dei titoli tecnologici, la fiducia nella capacità delle istituzioni di evitare crisi sistemiche e una psicologia di mercato sempre più orientata al recupero rapido dopo le correzioni. Ma la prudenza resta d’obbligo: la storia insegna che, in un contesto globale incerto, i record possono essere effimeri e i rischi sempre dietro l’angolo.