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Termini e condizioniNegli ultimi giorni, la tensione tra l’amministrazione Trump e le principali università private statunitensi ha raggiunto livelli senza precedenti. Il caso più eclatante riguarda Harvard, che lunedì scorso (14 aprile 2025) si è vista congelare oltre 2 miliardi di dollari in finanziamenti federali dopo aver rifiutato una serie di richieste avanzate dalla Casa Bianca, considerate dall’ateneo “illegittime e punitive”.
Una strategia per ‘riequilibrare’ il mondo accademico
Alla base della campagna di Trump c’è la volontà di modificare l’orientamento ideologico degli atenei d’élite, accusati di essere troppo orientati verso valori progressisti e di non garantire spazio sufficiente alle voci conservatrici. L’amministrazione sta quindi sfruttando il suo potere di controllo sui finanziamenti pubblici – in particolare quelli destinati alla ricerca – per imporre una serie di condizioni alle università, tra cui:
Inoltre, la Casa Bianca ha chiesto di vietare l’uso delle maschere durante le proteste nei campus e di negare riconoscimenti e finanziamenti a gruppi studenteschi accusati di comportamenti illegali o di incitamento all’odio.
Antisemitismo e proteste: la miccia della crisi
Le pressioni della Casa Bianca si sono intensificate dopo le proteste studentesche contro la risposta di Israele all’attacco di Hamas dell’ottobre 2023, nel corso delle quali sono stati segnalati episodi di antisemitismo e intimidazione verso studenti ebrei. Trump ha quindi istituito una task force specifica per combattere l’antisemitismo nei campus e ha giustificato la stretta sulle università come necessaria per tutelare i diritti civili e la sicurezza degli studenti.
Scontro sull’autonomia accademica
Harvard, a differenza di altri atenei che hanno ceduto alle pressioni (come la Columbia University di New York), ha rifiutato di accettare le condizioni imposte da Trump, rivendicando la propria indipendenza e i diritti garantiti dalla costituzione americana. Il presidente Alan Garber ha infatti dichiarato che “il governo non può decidere cosa insegnare, chi assumere o quali aree di ricerca perseguire”. L’università ha anche definito il congelamento dei fondi un attacco diretto e senza precedenti all’autonomia accademica.
Un precedente pericoloso?
La campagna ‘universitaria’ di Trump non si limita alla sola Harvard: anche Columbia, Cornell, Brown, Northwestern e altri atenei sono stati colpiti dalla sospensione dei finanziamenti. Secondo molti osservatori, questa strategia rischia di minare l’indipendenza delle università americane e di politicizzare la ricerca e l’istruzione superiore, con conseguenze che potrebbero protrarsi ben oltre l’attuale amministrazione.
In sintesi, Trump vuole esercitare un controllo sulle università private per ridisegnare l’orientamento culturale e politico del mondo accademico americano, sfruttando la leva dei finanziamenti pubblici e inserendosi nel più ampio dibattito nazionale su libertà di espressione, sicurezza e pluralismo nei campus. Ma le università, seguendo il recente esempio di Harvard, potrebbero opporsi in tribunale facendo leva su disponibilità economiche (fornite da privati) non indifferenti.