Benvenuto! Leggi qui i nostri
Termini e condizioniIl summit di Istanbul è stato organizzato con l’obiettivo di rilanciare il dialogo tra Russia e Ucraina, nella speranza di ottenere almeno un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni. Zelensky ha ribadito la propria disponibilità a sedersi al tavolo con Putin, sottolineando che “solo lui può decidere il cessate il fuoco” e che “nessuno, tranne me, può condurre negoziati” per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il presidente ucraino ha anche dichiarato che, se necessario, si sposterà da Ankara a Istanbul per incontrare Putin, eliminando qualsiasi possibile pretesto logistico.
Dal lato russo, però, la situazione è molto diversa. Il Cremlino non ha ancora confermato la presenza di Putin all’incontro di domani. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che la Russia annuncerà il proprio rappresentante “quando Putin lo riterrà necessario”, lasciando intendere che, al massimo, Mosca invierà una delegazione di alto livello, ma non il presidente in persona. Gli osservatori più informati, sia in Russia che in Occidente, sono concordi: è molto più probabile che i colloqui si tengano tra delegazioni tecniche, piuttosto che tra i due capi di Stato.
Le ragioni dell’improbabilità di un vertice
Le motivazioni che rendono improbabile un incontro diretto tra Zelensky e Putin sono molteplici. In primo luogo, un faccia a faccia tra leader avviene solitamente solo dopo un lungo lavoro preparatorio da parte delle rispettive delegazioni, che negoziano i punti chiave di un eventuale accordo. Al momento, le posizioni di Mosca e Kiev restano molto distanti, soprattutto sulla richiesta ucraina di un cessate il fuoco immediato e incondizionato, respinta da Mosca con nuovi attacchi militari.
In secondo luogo, un incontro diretto implicherebbe, per il Cremlino, un riconoscimento della legittimità di Zelensky come presidente dell’Ucraina, questione che Mosca ha più volte messo in discussione, soprattutto dopo la scadenza del mandato formale di Zelensky. Accettare un vertice equivarrebbe a un cambio di linea politica che il regime russo, almeno per ora, non sembra intenzionato a compiere.
Infine, secondo diversi analisti, la dinamica attuale dei negoziati sarebbe funzionale anche a una partita di immagine internazionale, soprattutto nei confronti degli Stati Uniti e in particolare di Donald Trump, il cui eventuale coinvolgimento potrebbe spostare gli equilibri diplomatici. In questo scenario, la Russia preferisce mantenere il controllo della situazione senza esporsi a un confronto diretto.
Le prospettive future
Zelensky ha dichiarato che l’assenza di Putin a Istanbul sarebbe “la dimostrazione definitiva che la Russia non vuole fermare la guerra” e ha chiesto che, in tal caso, l’Occidente rafforzi il pacchetto di sanzioni contro Mosca. Al momento, però, tutto lascia pensare che domani a Istanbul si terrà un round negoziale tra delegazioni e non un vertice ai massimi livelli.
In sintesi, un incontro diretto tra Zelensky e Putin resta altamente improbabile, almeno fino a quando non emergeranno segnali concreti di apertura da parte del Cremlino e non saranno stati compiuti passi avanti nei negoziati tecnici. La distanza tra le parti, la riluttanza russa e le dinamiche geopolitiche rendono per ora il vertice solo un’ipotesi remota.