Benvenuto! Leggi qui i nostri
Termini e condizioniL’iniziativa è stata annunciata ufficialmente il 12 settembre 2025 dal segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, subito dopo la violazione dello spazio aereo polacco da parte di droni russi avvenuta pochi giorni prima. L’operazione rappresenta un salto di qualità nella postura difensiva della NATO, che estende e aggiorna quanto già avviato con la “Sentinella Baltica” (Baltic Sentry), focalizzandosi ora su un’area ancora più vasta e sensibile, dal Mar Baltico al Mar Nero.
Gli obiettivi strategici della missione
La “Sentinella dell’Est” nasce come risposta alla crescente pressione militare e alle continue provocazioni russe nelle regioni di confine. L’obiettivo primario dell’operazione è quello di proteggere i partner dell’Alleanza più esposti e rassicurare i Paesi dell’Europa Orientale – Polonia, Stati baltici, Slovacchia, Romania, Bulgaria – circa l’impegno concreto e immediato della NATO a difendere “ogni centimetro del proprio territorio”. Il dispiegamento prevede una sorveglianza costante delle aree di confine grazie a una rete integrata di mezzi aerei, navali e terrestri, sistemi radar avanzati e soprattutto tecnologie anti-drone, diventate essenziali dopo le recenti incursioni.
Una delle possibili misure aggiuntive discusse è l’istituzione di una “no-fly zone” parziale sul confine tra Polonia, Bielorussia e Ucraina, allo scopo di intercettare droni o velivoli ostili prima che penetrino in territorio NATO. Questa opzione è però ancora sul tavolo delle ipotesi, in attesa di un ampio consenso alleato e in considerazione dei rischi di escalation.
Le forze coinvolte e le tecnologie impiegate
All’operazione partecipano numerosi Paesi membri, tra cui Germania, Francia, Regno Unito, Danimarca, Paesi Bassi e Italia (che valuterà un aumento del proprio contingente e la permanenza di caccia F-35 e del sistema di difesa Samp-T). Gli alleati stanno schierando caccia di ultima generazione (tra cui Rafale, Eurofighter, F-16 e F-35), fregate antiaeree, aerei radar e sistemi per la guerra elettronica, con l’obiettivo di garantire una difesa multilivello e la massima prontezza operativa.
Particolare attenzione è rivolta alla sperimentazione di nuove tecnologie anti-drone: sensori, armi laser e sistemi di identificazione rapida saranno messi alla prova in una zona di confine che diviene sempre più complessa e ad alto rischio di incidenti.
Implicazioni politiche e operative
“Sentinella dell’Est” è destinata a diventare un banco di prova per la capacità della NATO di reagire in modo coordinato e credibile alle minacce ibride: non solo deterrenza visibile, ma anche trasparenza sulle responsabilità e garanzia di sicurezza collettiva. Il dispiegamento rappresenta inoltre un segnale inequivocabile alla Russia circa la determinazione alleata, ma impone anche nuove responsabilità agli Stati partecipanti, chiamati a sostenere costi crescenti e a gestire il rischio di fraintendimenti o escalation.
Nel medio periodo, la missione segnerà una svolta nella strategia di sicurezza europea, militarizzando ancora di più l’est del continente e ponendo l’accento sulla rapidità di risposta, l’avanzamento tecnologico e la collaborazione inter-alleata per affrontare le nuove sfide della guerra moderna.